Il "mantello dell'invisibilità" di Harry Potter è un po' più
vicino a diventare realtà grazie alla ricerca sulle nanotecnologie
finanziata dalla Commissione europea. Scienziati provenienti da
Germania, Grecia, Turchia e Regno Unito sono riusciti a modificare il
flusso della luce grazie alle nanotecnologie, aprendo la strada non
solo a potenziali applicazioni nel settore delle lenti e dei circuiti
ottici, ma anche alla creazione di dispositivi tridimensionali
"esotici" come i "mantelli dell'invisibilità". Il progetto per ora si
limita a rendere invisibili oggetti di dimensioni inferiori al
millimetro, ma ha fornito una prova di principio fondamentale della
possibilità di elaborare le proprietà ottiche dei materiali in modi
finora ritenuti impossibili. Il progetto fa parte delle iniziative
della Commissione volte a potenziare la ricerca nelle TIC ad alto
rischio nel settore delle tecnologie dell'informazione future ed
emergenti, un obiettivo dell'Agenda digitale per l'Europa. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e responsabile dell'Agenda digitale, ha dichiarato: "Sono
stupefatta dall'ingegnosità dei ricercatori europei. Questo progetto
ha ottenuto nella realtà qualcosa che finora avevamo visto solo come
effetto speciale al cinema. Ricerche così importanti sono fondamentali
per creare le basi di nuove tecnologie indispensabili per la
competitività europea.". Gli scienziati del progetto PHOME
hanno progettato e creato "meta-materiali fotonici" che condizionano
il comportamento dei raggi luminosi. Questo importante progresso si
basa sul principio dell'ottica di trasformazione, ambito nel quale
l'equipe che conduce il progetto ha svolto un ruolo pioneristico.

I meta-materiali hanno il potere di catturare la radiazione
elettromagnetica e deviarla progressivamente. Vengono creati grazie
all'ingegneria delle nanotecnologie, che manipola la materia a livello
di atomi e molecole.
Il "mantello dell'invisibilità"
è costituito da piccolissime aste, larghe poche centinaia di nanometri
e disposte accuratamente secondo una struttura simile a una catasta di
legna in modo da poter curvare parzialmente le onde luminose.
Modificando la velocità e la direzione della luce, gli scienziati sono
in grado di guidare le onde luminose attorno a una protuberanza di
pochi micron in modo da renderla invisibile in tre dimensioni, a
lunghezze d'onda luminose prossime a quelle visibili all'occhio umano.Gli oggetti vengono rilevati quando le onde – che si tratti di suono,
luce, raggi X o microonde – rimbalzano sulla loro superficie così da
permettere ai nostri occhi di elaborare le informazioni ricevute.
Attualmente si sta studiando come estendere l'effetto alla gamma
visibile e i risultati sono previsti per gennaio. Finora i
"mantelli dell'invisibilità" funzionavano solo in due dimensioni,
l'oggetto occultato era cioè invisibile dall'alto ma diventava visibile
se osservato di lato. Questo studio è il primo che ha portato alla
creazione di un dispositivo che rende un oggetto invisibile in tutte e
tre le dimensioni.
In futuro questa ricerca potrebbe avere
applicazioni nello sviluppo di componenti ottici del tutto nuovi, come
lenti perfette, dispositivi per immagazzinare la luce e componenti
importanti per laser e applicazioni di optoelettronica, come modulatori
e isolatori oppure la progettazione di dispositivi di
rilevamento non invasivi nel campo della ricerca biomedica.
Secondo il Sunday Times la scoperta potrebbe portare a una nuova
generazione di mezzi stealth, di aria ma anche di terra, che non
sfuggono solo ai radar come gli attuali bombardieri in dotazione
all'aviazione militare Usa, ma anche alla vista.
Sebbene mantelli in grado di rendere invisibili interi
individui siano fuori dalla portata della scienza e della tecnologia
attuali, la ricerca ha dimostrato un principio importante ritenuto
impossibile fino a tempi recenti.
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