mercoledì 29 maggio 2013

Verso il mondo dell'invisibile!

Sembrerà incredibile, ma grazie a scotch  e matita che è cominciata l'avventura che ha portato gli scienziati russi Andre Geim e Konstantin Novoselov a raggiungere il premio nobel il 5 ottobre di tre anni fa. Hanno passato e ripassato la mina all'interno del nastro adesivo, ottenendone particelle sempre più piccole: il grafene. Nient'altro che fogli spessi un atomo di carbonio puro: un materiale che fa parte della storia dell'uomo da centinaia di anni. Questo materiale, tra l'altro, è destinato a rivoluzionare i chip, mandando in pensione il silicio.  Tramite le applicazioni delle nanotecnologie si possono realizzare transistor su scala nanometrica e dispositivi quantistici con maggiori funzioni ( computazione quantistica ) rispetto a quelli classici utilizzati correntemente nell'industria elettronica. Se negli ultimi 50 anni l'informatica ha contribuito in modo determinante allo sviluppo, nei prossimi 50 saranno le Nanotecnologie a dare nuovo impulso all'innovazione creando nuovi materiali e prodotti dalle caratteristiche prima inimmaginabili.
Si riusciranno a realizzare oggetti molto robusti e, al contempo, estremamente leggeri; ciò sarà molto utile nell'aviazione o per costruire schermi giganti che costeranno pochissimo. Propio nella fabbricazione di schermi si vedranno con ogni probabilità gli sviluppi più rapidi. Il colosso coreano Samsung è in pole position per lanciare entro due anni i sottilissimi schermi fatti di grafene, materiale destinato a rivoluzionare anche i chip mandando in  pensione il silicio.
"Gli elettroni si muovono a una velocità straordinaria all'interno del grafene tanto che, se lo confrontassimo col silicio sarebbe come far correre una biclicletta contro una macchina di formula 1"- questo è il pensiero di Heike Riel, manager del gruppo di ricerca sugli elettroni in nanoscala all'IBM.

Touch screen al grafene
Aggiungiamo all'elenco pannelli solari e batterie ad alte prestazioni; da tutto ciò si comprende l'interesse che ci sia al passaggio dalla progettazione alla produzione industriale.
Un altro colosso, quello taiwanese della Polytron ha ultimato un prototipo di smartphone totalmente trasparente. Al momento c'è solo l'hardware e alcune parti, come la SIM, la micro-SD e la batteria sono ben visibili tra gli strati di vetro. Eppure, Polytron intende portare presto sul mercato un apparecchio perfettamente funzionante, con tanto di software «invisibile».                              Il materiale utilizzato per la struttura esterna è ovviamente il grafene. Il prototipo ha un piccolo pannello touch al centro; i vari sensori e il processore sono posti ai bordi. Altre aziende importanti stanno lavorando a dispositivi flessibili e trasparenti, come la società di telefonia giapponese NTT Docomo che, in collaborazione con Fujitsu, ha presentato qualche tempo fa il prototipo di schermo double face trasparente ed utilizzabile da entrambe le parti. Vero o presunto che sia, pure l'ultimo rumor che riguarda la Apple parla di un iPad in versione trasparente.

Progetto di un I-Pad trasparentete
Insomma, l'eredità di Steve Jobs influenza pesantemente le nuove ricerche nel campo della microtecnologia. Si cerca continuamente di migliorarsi, di creare nuovi modelli di dispositivi elettronici in grado di aumentare sia la quantità che la qualità delle prestazioni dei modelli precedenti.
In questo senso arriveremo a un mondo in cui potremo dosporre di sempre maggiori oggetti, tutti a portata di mano.
M proviamo, per un momento a immaginare come sarà il nostro futuro nanotecnologico...

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