Stiamo parlando di un materiale molto malleabile, facilmente pieghevole, ma che, allo stesso tempo, è 100 volte più resistente dell'acciaio.
L’ordine perfetto della sua nanostruttura atomica fa sì che gli elettroni si muovano al suo interno come se non avessero massa, alla velocità di 1 milione di metri al secondo, senza subire deviazioni. Queste caratteristiche fanno del grafene un conduttore 10 volte più efficace del rame.
In un chip di 1 centimetro quadrato si possono depositare 8 miliardi di fogli di grafene per costruire computer centinaia di volte più veloci, touch screen pieghevoli e batterie quasi inesauribili, senza contare la realizzazione di
nuovi microprocessori, transistor e circuiti più piccoli, veloci e performanti grazie alla capacità del grafene di mantenere le sue proprietà anche a dimensioni molto ridotte, superando i limiti dimensionali del silicio.
Anche il Politecnico di torino, in collaborazione con il 'Cnr' (centro nazionale ricerche), il politecnico di Milano, l' 'Istituto italiano di tecnologia', la 'Bruno Kessler Foundation', l'Università di Trieste e la 'ST Microelectronics' ha avviato un progetto chiamato 'Graphene' con «l'ambizioso obiettivo a lungo termine - racconta Roman Sordan, del laboratorio Lness del Polo di Como del Politecnico - di superare le limitazioni imposte dalla legge di Moore sulla potenza di calcolo dei computer, rimpiazzando nei circuiti integrati i semiconduttori convenzionali come il silicio con il grafene». «Nel lungo termine potremmo avere un materiale che si integri con tutti gli oggetti della nostra vita quotidiana: un'elettronica basata sul carbonio che sia più pervasiva - fa notare il ricercatore italiano Vincenzo Palermo dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr».
Di seguito il link che riporta l'articolo de 'il sole 24ore':
http://www.swas.polito.it/services/Rassegna_Stampa/articolo.asp?ID=4028-166685617.pdf
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